Mostra dei Tesori del Duomo


Comitato per il Cinquecentenario del Duomo di Montagnana

La Mostra, nella Sala Austriaca di Castel San Zeno di Montagnana, ha esposto dal 10 Agosto al 31 Ottobre 2002, arredi, argenti, documenti, pitture e sculture che fanno parte della storia artistica e religiosa del Duomo di Montagnana e delle Chiese sorelle di S. Francesco, S. Benedetto e S. Antonio Abate. Si articolava in nove settori.

1) Argenti Sacri

Calice di Papa Clemente XIII Rezzonico, 1758 - 1769 La formazione del cospicuo patrimonio di arredi sacri per la liturgia conservati oggi nel Duomo di Montagnana è il risultato di una lunga sedimentazione che dura da cinque secoli.
Sempre la pietà cristiana ha voluto celebrare i misteri con particolare attenzione agli oggetti destinati al culto, soprattutto ha curato la bellezza di quelli usati per l'Eucarestia, calici, pissidi, ostensori. Ma ha anche dato grande onore alle croci astili che si usavano nelle processioni, ai reliquari, tra i quali venivano privilegiati quelli della Santa Croce e quelli che avevano attinenza con il culto della Beata Vergine.

Tra gli argenti sacri che costituivano il nucleo principale della Mostra, vanno segnalati:

- Ostensorio delle Quarantore (I metà del Settecento), - Ostensorio Giacomelli (1915, Luigi Fontana orefice), - Due Paci a Tavoletta (fine Settecento), - 4 Candelieri grandi d'altare (fine Seicento), - Croce astile del Rosario (1605), - Croce del Beato Marco d'Aviano (1692, orefice Baldissera Degni), - Calice in argento dorato (II metà del Quattrocento), - Calice di Papa Rezzonico (1758-1769), - Calice in rame dorato di S. Antonio Abate (inizio del Cinquecento), - Pisside francese in argento dorato (II metà dell'Ottocento, Favier), - Reliquiario della Madonna (1756), - Coppia di reliquiari ad ostensorio (1791, A. Scarabello), - Reliquiario tardo gotico della Santa Croce (II metà del Quattrocento), - Reliquiario di S. Antonio di Padova (II metà del Settecento, A. Scarabello), - Corone della B. V. del Rosario e del Bambino Gesù (1600, orefici Ferrarese e Scardeva), - Stendardo del Santissimo (1743), - Stendardo della B. V. del Rosario (1789, Carlo Coronelli orefice)

2) Pergamene e Sigilli

Pergamene piegate con propri sigilli - XV secolo Nell'archivio del Duomo sono rimaste parecchie pergamene antiche riguardanti i canonici e gli arcipreti, e molte altre derivate dagli atti e possedimenti delle Confraternite, alcune delle quali attive a Montagnana già nel Quattrocento.

La pergamena più interessante e più importante per la storia del Duomo è la Bolla di Martino V (1417 - 1431) del 10 maggio 1427. Istituisce l'Arcipretado e riordina i nove benefici ecclesiastici della Chiesa di Santa Maria in favore dell'arciprete e di tre canonici con cura d'anime. Abolisce tutti i benefici in commenda dati a chierici che quasi mai risiedevano a Montagnana e che a malapena si facevano sostituire da qualche vicario. Scioglie la Chiesa di S. Maria della sottomissione alla Chiesa di S. Giovanni Battista di Vighizzolo, e la eleva alla dignità di chiesa parrocchiale arcipretale. Questo può essere considerato il fatto determinante che ha dato il motivo della ricostruzione dell'antico sacro edificio, piccolo e trascurato, e che quindi ha prodotto la grande costruzione attuale, il Duomo, in un momento di entusiasmo e di coraggiosa intraprendenza dei cittadini.

3) Codici miniati

Tra i molti libri liturgici del quattrocento sono rimasti tre Codici in pergamena, con le iniziali miniate e dorate a figure e decori floreali. Servivano per le parti cantate della Messa di tutte le Feste e Domeniche dell'anno e del proprio comune dei Santi. Sono stati scritti nel 1440 e restaurati e integrati nel 1729, ripuliti, consolidati e restaurati nel 1974.

4) Autografi famosi dall'Archivio Capitolare

Contratto stipulato dal Veronese il 3 giugno 1555 La coscienza di possedere in Archivio lettere e contratti di artisti famosi era già viva nel Seicento, tanto che l'arciprete Girolamo Beccari (1616 - 1683) li citava direttamente e se ne serviva per le sue memorie storiche. Il contratto del Veronese per il dipinto della Trasfigurazione venne copiato più volte da diverse mani.

Ancora più sollecito, il canonico Storni ( 1747 - 1802) alla fine del Settecento, forse per timore che potessero andare smarrite, si ricopiò ordinatamente dall'Archivio Capitolare tutte le scritture riguardanti il contratto con Paolo Veronese e i lavori per la decorazione dell'abside, progettati dal Palladio.

Il Contratto con Paolo Veronese fissa per pagamento 130 scudi d'oro, e obbliga il pittore a consegnare il dipinto entro il Natale del 1556, nonchè rivela la parte attiva avuta dal N.H. Francesco Pisani nel promuovere l'iniziativa, far conoscere il givane pittore e garantire la prima rata del pagamento.

Un ruolo propositivo della nobiltà veneziana che si affermava a Montagnana, un ruolo attivo e attento alle grandi proposte artistiche che venivano da Venezia, da parte dei rappresentanti della Magnifica Comunità e dei provveditori alla Fabbrica della stessa chiesa.

Tra i documenti esposti potevamo ammirare:

- il Contratto con Paolo Veronese per la Pala della Trasfigurazione in Duomo (datato a Montagnana 3 giugno 1555) - Due Lettere di Andrea Palladio per il Coro del Duomo (11 novembre 1564- 1 agosto 1565) - il Contratto con Andrea Da Vento e Andrea Palladio per i lavori del Coro (3 ottobre 1565) - Contratti e fatture di Giacomo Rezato cavapietre da Sossano (1565-1568)

5) Documenti dell'Archivio storico

Abecedario Topologico del canonico Camillo Storni L'Archivio storico attuale del Duomo di Montagnana è il risultato della raccolta di vari fondi di provenienze diverse e in molti casi molto frammentari. Bisogna tener conto della sparizione di un gran numero di Enti religiosi tra la fine del Settecento e l'epoca napoleonica: soppressione delle Congraternite e concentrazione dei Conventi nel 1806, soppressione delle Collegiate minori canonicali e degli Ordini Religiosi nel 1810.

L'attuale archivio storico del Duomo, esaminato e studiato da Antonio Borin negli anni settanta su incarico dell'arciprete Dissegna, pur essendo piuttosto ridotto a quello che doveva o poteva essere, comprende: l'Anagrafe, parte dell'Archivio Capitolare e Parrocchiale, l'archivio della Fabbriceria, e una varia risultanza dei documenti che già furono delle Confraternite.

Sono molto importanti per la storia ecclesiastica di Montagnana gli scritti di due sacerdoti: l'Arciprete Girolamo Beccari (1616 - 1683) e il canonico Camillo Storni (1747 - 1802). Interessanti, ma più sul piano liturgico, le notizie del canonico Alvise Padovani (1705 - 1780).

6) San Fidenzio

È stato per cinque secoli (prima menzione nello Statuto dei Notai del 1417) il Patrono di Montagnana e del suo territorio. Due volte l'anno la Magnifica Comunità e il popolo di Montagnana si recavano in pellegrinaggio alla sua tomba a Megliadino per venerarlo come Patrono e per sciogliere il Voto della "preservazione dall'incendio" e dal saccheggio (durante la Guerra della lega di Cambrai 1509-1514).

7) Paramenti sacri

Paramento unico completo di stola, manipolo, busta e velo da calice E' quasi impossibile seguire il variare degli inventari che elencano i paramenti a disposizione del Duomo di Montagnana, che risulta essere stato sempre ricchissimo. C'è stato già un primo inventario al tempo della visita del Barozzi nel 1489 e in quasi tutte le visite vescovili successive se ne ritrova uno. Ma non servono allo scopo poichè praticamente tutti gli antichi tessuti sono andati perduti.

A titolo di esempio può essere proposto l'Inventario del 23 marzo 1853 poichè rappresenta un punto di passaggio tra la conservazione di alcuni paramenti antichi che oggi non ci sono più, e la fase di rinnovamento di molti apparati liturgici che si riscontrano seguendo le spese della Fabbriceria nel corso dell'Ottocento e dei primi anni del Novecento.

Tra i molti tessuti preziosi viene presentato il Paramento solenne "in quinto" (Pianeta con stola-manipolo-busta e velo da calice, Piviale, Velo omerale, quattro Tunicelle con stola diagonale e due manipoli) ricamato con motivi classici in filo d'oro su seta fondo bianco. È opera di Giuseppe Festa "fabbricatore di apparati da chiesa" in Verona, acquistato dal Duomo il 2 settembre 1862.

8) Opere da scoprire

Madonna col Bambino del primo Cinquecento La bellissima immagine della Madonna col Bambino benedicente è dipinta su tavola di cm. 47,7 x 36 di spessore piuttosto fine. La tavola non è di un pezzo unico, ma risulta composta di una tavoletta centrale contornata da una fascia di circa 6 centimetri sui quattro lati. Potrebbe essere stata fin dall'inizio costruita in tal modo o potrebbe essere stata ingrandita successivamente.
L'attuale dipinto in ogni caso è una graziosa e delicata opera che si può inserire nella prima metà del Cinquecento, di provenienza emiliana e assimilabile iconograficamente alla Madonna della Consolazione.

le altre opere esposte:

- Statua lignea policroma della Madonna col Bambino (dalla Chiesa di S. Benedetto), opera di Giovanni Bonazza (1654-1736), documentata dal canonico Storni con lettera datata 28 febbraio 1733, reperita nell'archivio del Monastero della Consolazione.
- Pala di S. Carlo Borromeo (da un altare del Duomo), firmata da Giulio De Rossi pittore, abitante a Este (notizie accertate 1626-1639). È sicuramente l'autore anche della Battaglia di Lepanto in Duomo (1635).
- Pala del Crocifisso con S. Maria Maddalena (Educandato Statale S. Benedetto, direzione), opera della fine Seicento - primi Settecento, proveniente dai locali del monastero attiguo alla Chiesa di S. Benedetto.
- Tavola della Deposizione di Cristo dalla Croce (dalla Chiesa di S. Francesco), dipinta agli inizi del Quattrocento nello stile gotico internazionale, scoperta e restaurata nel 1974.
- La Grada, ossia Cancello in ferro battuto (già nell'altare del Rosario in Duomo) realizzato nel 1694 da Ambrogio Cavallari di Badia Polesine.

9) L'orologio del Duomo

L'Orologio Meccanico E' sempre stato cura e compito della Magnifica Comunità garantire la provvisione e i funzionamento dell'Orologio del duomo, in quanto si trattava di un servizio pubblico, visto che il computo delle ore e il possesso di strumenti adatti, piccolo o grandi, non era certo a portata di tutti, neppure dei più ricchi.

E' importante ricordare che un orologio esisteva già nel Quattrocento nel Duomo non ancora finito. Il Vescovo Barozzi nella Visita del 1489 lo ricorda situato nella facciata. L'ultimo orologio in ordine di tempo costruito per il Duomo, è quello che attualmente si conserva nelle sacristie. Venne ordinato dalla Magnifica Comunità nel Consiglio del 26 maggio 1789, esiste il contratto fatto lo stesso giorno e la descrizione del meccanismo. Fu costruito da Giovanni Battista Rodella (1749-1834), uno dei grandi tecnici che alla fine del settecento hanno dato notorietà alla Specola di Padova.


Testi di Don Bruno Cogo
Immagini Fotostudio Dal Pra'